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SANITA’: ROMANO, “NO AD ACCORPAMENTO IRCCS. SI’ A ORGANIZZAZIONE DIPARTIMENTALE”

15 Ott

L’intento della mozione presentata dal gruppo consiliare ‘Oltre con Fitto’, che propone la nascita di una fondazione per l’accorpamento degli IRCCS Oncologico di Bari e De Bellis di Castellana Grotte, riguarda la razionalizzazione dei costi, il miglioramento dell’efficacia e l’economicità delle attività. Si tratta di fini senza dubbio condivisibili. Ma che si vogliono raggiungere, a mio avviso, con i mezzi sbagliati. La nascita di una fondazione è innanzitutto un percorso molto lungo, con il coinvolgimento del ministero della Sanità e dei Comuni di Bari e Castellana Grotte. E l’esperimento dell’unione di più Irccs, guidati da un commissario, è stato già fatto a Roma, dove si è provato ad accorpare lo Spallanzani (infettivologo), il Regina Elena (oncologico) e il Galliano (dermatologico). La loro fusione in termini scientifici, però, non è stata ancora autorizzata dal ministero. E questo proprio perchè la fusione di Irccs con specialità mediche differenti, come nel caso dell’Oncologico e del De Bellis (gastroenterologia) creerebbe enormi difficoltà in termini digestione dell’attività scientifica. Senza contare che, nel medio periodo, si avrebbero meno fondi per la stessa attività scientifica; e che la Puglia perderebbe un Irccs quando al Nord c’è la fila per ottenere questo tipo di riconoscimento.

Per questo ritengo che la soluzione migliore sia quella già prevista dal Dief, e cioè la possibilità di creare dei Dipartimenti interaziendali amministrativi. Se l’obiettivo è quello di razionalizzare i costi, la risposta può essere solo questa.
Lasciando gli Irrcs separati, il Dipartimento interaziendale permetterebbe l’integrazione delle attività di professionisti operanti in settori diversi e recanti culture fortemente e diversamente specialistiche; la condivisione di tecnologie sofisticate e costose; la razionalizzazione dell’impiego delle Continua a leggere

SANITA’: DA ROMANO E ABATERUSSO UN ODG SU RINNOVO DIRIGENTI

12 Ott

Un un Ordine del giorno depositato oggi, i consiglieri regionali del Pd, Pino Romano (presidente Commissione Sanità), e Ernesto Abaterusso, chiedono ” alla Giunta regionale e all’Assessorato alla Sanità di disporre l’obbligo dell’applicazione del principio di rotazione previsto dalle norme, escludendo la possibilità del secondo mandato per i dirigenti”.

I consiglieri ricordano che il Piano Nazionale Anticorruzione definisce “la rotazione del personale addetto alle aree a più elevato rischio di corruzione una ‘misura di importanza cruciale’; e che l’alternanza tra più professionisti nell’assunzione delle decisioni e nella gestione delle procedure, riduce il rischio che possano crearsi relazioni particolari tra amministrazioni ed utenti, con il conseguente consolidarsi di situazioni di privilegio e l’aspettativa a risposte illegali improntate a collusione”.

Romano e Abaterusso sottolineano poi che “i dirigenti dei dipartimenti di salute mentale sono chiamati, tra l’altro, alla gestione della residenzialità psichiatrica che prevede ingente impegno di spesa per l’utenza inserita nelle strutture riabilitative gestite dal privato sociale”. Per questo, concludono, “il rinnovo dello stesso dirigente all’incarico di direttore del dipartimento potrebbe costituire caso di vetustà dello svolgimento di incarico direzionale all’interno della medesima struttura”.

SANITÀ: ROMANO E MAZZARANO PRESENTANO PDL PER UNIFICARE STRUTTURE ASSISTENZIALI IN RSA‏

6 Ott

“Semplificare la platea delle strutture socio-sanitarie oggi disciplinate dalle norme regionali, rivolte ad assicurare assistenza residenziale alle persone anziane non autosufficienti, attraverso l’istituzione di un’unica e sola tipologia di struttura denominata, come nel resto del Paese, ‘RSA’, prevedendo al suo interno tre diversi livelli assistenziali: Alta intensità; Media intensità; e Bassa intensità”. E’ questo l’obiettivo della proposta di legge presentata dal capogruppo del Pd alla Regione Puglia, Michele Mazzarano e dal presidente della Commissione sanità della Regione, il consigliere del Pd, Pino Romano. In questa maniera, per Romano e Mazzarano, “si supera la divisione tra RSA, RSSA e RSAA che ospitano, di fatto, la stessa tipologia di pazienti anziani non autosufficienti”. Inoltre, proseguono, “l’attuale legislazione e regolamentazione regionale prevede una valutazione dei pazienti preventiva al ricovero in struttura, che è di difficile se non impossibile attuazione, dovendo fornire tale prescritto indirizzo quasi  sempre su base  documentale o attraverso colloqui conoscitivi con i congiunti”. E poi, “nel volgere di brevi periodi, la situazione clinica di tali pazienti è quasi sempre modificata con la necessità del trasferimento in una struttura più appropriata”.
Per quanto riguarda l’applicazione della legge,”entro 90 giorni dalla sua approvazione l’esecutivo regionale dovrà approvare un regolamento che disciplini il funzionamento delle RSA, ne riconosca gli standard strutturali, organizzativi e funzionali che hanno consentito alle strutture di ottenere le autorizzazioni definitive all’esercizio (iter peraltro non del tutto concluso) e non costringere le Aziende gestrici ad un nuovo ‘tour de force'”.
Si dovranno “equiparare l’alta intensità alle attuali RSA, la media alle RSSA e la bassa alle RSAA, mantenendo in vigore l’autorizzazione ottenuta, con una semplice presa d’atto da parte del Comune, della ridenominazione della struttura”. Occorrerà poi “rideterminare le tariffe per patologia e per l’alta, la media e la bassa intensità assistenziale; e prevedere il mantenimento della persona nella struttura ospitante, al mutare del quadro clinico e delle condizioni di salute, con il riconoscimento della diversa tariffa corrispondente al mutamento”.
Inoltre, si dovrà “rideterminare il fabbisogno regionale di posti letto per tale tipologia unica di struttura; e stabilire che così determinato il fabbisogno per un quinquennio, è preclusa ogni possibilità di stipulare accordi contrattuali tra AASSLL ed RSA”.

SANITÀ: ROMANO, PRESTO CONSIGLIO SANITARIO REGIONALE. SU MEDICI MENO PRESSIONE E PIÙ COINVOLGIMENTO ATTIVO

21 Set

“La politica – sottolinea – deve potersi confrontare con il mondo sanitario per prendere la giusta decisione. E, del resto, l’indagine della Guardia di finanza sulle prescrizioni mediche offre alla politica diversi spunti di riflessione. Innanzitutto il fatto che la verifica dell’appropriatezza delle prescrizioni, va fatta valutando gli esiti clinici e, solo in subordine, il relativo costo. In altri momenti ci siamo confrontati con la ‘spesa farmaceutica ‘ introducendo il vincolo del ricorso al farmaco meno costoso. Abbiamo però impattato due questioni rilevanti: l’efficacia del principio attivo e la infungibilita’ della prescrizione medica. Non conosco le contestazioni avanzate, ma ritengo di poter affermare che la inappropriatezza prescittiva o la diagnostico-terapeutica, abbiano nelle ASL gli organismi preposti alla verifica con il coinvolgimento dei medici prescrittori”.
“Alla professione medica bisogna restituire tranquillità – rileva Romano – evitando che sia schiacciata da una sempre maggiore burocratizzazione dei percorsi diagnostico-terapeutici, e da un sempre crescente addebito di presunte responsabilità. Questi fenomeni, infatti, innescano una medicina difensiva con pesanti ripercussioni sulle spesa, sulla appropriatezza delle prestazioni e, cosa peggiore, sulla qualità dell’assistenza. Per questo l’auspicio è che l’iter parlamentare del DLgs sulla responsabilità medica, venga concluso quanto prima”.
“Per evitare gli errori – suggerisce Romano – sarebbe il caso di discutere sull’aggiornamento e la formazione post laurea dei medici. Affidando il meccanismo di monitoraggio e verifica agli Ordini Professionali e delle Società scientifiche”. “Una linea, quest’ultima – conclude il presidente – emersa chiaramente e condivisa dagli stessi medici durante il recente Convegno Nazionale dell’Omceo di Bari”.

PD: ROMANO, “IN GIUNTA OSTUNI GRAVE ANOMALIA. STRANO SILENZIO SEGRETERIA REGIONALE”

25 Ago

“Sostenere in una situazione di emergenza, è un conto. Trasformare un’anomalia nella normalità, non va affatto bene. Quanto sta accadendo a Ostuni, dove il Partito democratico è entrato nella giunta di centrodestra, è un’alleanza innaturale, che dà origine a un governo altrettanto incomprensibile agli occhi dei cittadini che sono, ovviamente, spiazzati. Essere formalmente al governo con il centrodestra, elimina di fatto l’alternatività di un partito che rappresenta l’esatto contrario dei soggetti politici con cui ora condivide l’esperienza di governo. Per motivi personali non sono riuscito a intervenire prima sulla questione. Ma stupisce, in ogni caso, il silenzio generale che avvolge l’intera faccenda. Anche da parte della segreteria regionale del Pd, in effetti, non vi è stata alcuna presa di posizione sul caso. Mi è stato riferito poi che il segretario cittadino del Pd di Ostuni avrebbe chiesto l’espulsione di chi ha giustamente criticato questa scelta di governare col centrodestra. Se fosse vero, il segretario avrebbe fatto meglio a tacere piuttosto che aggravare una situazione di per sè già molto grave. Chiedere l’espulsione di chi dissente, rispetto a una scelta che non rispecchia la volontà del Pd ma solo di alcuni, è davvero una cosa fuori dal mondo. Evidentemente, però, quanto sta accadendo a Ostuni si inserisce nella confusione totale che regna nel Pd di Brindisi di cui, in tempi non sospetti, ho già chiesto il commissariamento. Senza, purtroppo, ottenere alcun risultato”.